Archivio centrale dello Stato

Identity area

Identifier

476

Authorized form of name

Archivio centrale dello Stato

Parallel form(s) of name

  • Archivio centrale dello Stato - ACS
  • ACS

Other form(s) of name

Type

  • National

Contact area

Type

Address

Street address

Piazzale degli Archivi, 27

Locality

Roma

Region

Lazio

Country name

Italy

Postal code

00144

Telephone

+39 06 545481

Fax

Email

Note

Description area

History

Le origini dell’Archivio centrale dello Stato risalgono al 1875, quando venne istituito l’Archivio del Regno al fine di conservare gli originali delle leggi e dei decreti, lo stato civile di Casa Savoia, il registro araldico e la documentazione dei ministeri non più occorrente “ai bisogni ordinari del servizio” (R.D. 2552/1875, art. 1).
L’Archivio del Regno rimase tuttavia per lungo tempo un’istituzione priva di completa autonomia: la sede, la gestione dei documenti e la direzione amministrativa erano infatti condivise con l’Archivio di Stato di Roma. La nascita della Repubblica nel 1946 impose la riorganizzazione dell’Istituto e la sua sistemazione in una sede definitiva e autonoma: emergeva infatti la necessità di trovare una collocazione idonea per gli archivi delle amministrazioni centrali trasferiti nel nord Italia durante la Repubblica di Salò recuperati alla fine della seconda guerra mondiale, nonché per gli archivi degli enti del precedente regime fascista che rischiavano la dispersione o la manomissione.
La piena autonomia dell’Istituto fu sancita nel 1953 con la Legge del 13 aprile n. 340 che ufficializzava la nuova denominazione di Archivio centrale dello Stato, operava la distinzione dall’Archivio di Stato di Roma, e poneva alla direzione dell’Istituto il funzionario con il grado più elevato dell’amministrazione archivistica. In concomitanza trovò soluzione anche l’annoso problema della sede, individuata nell’edificio monumentale dell’EUR che avrebbe dovuto ospitare la mostra delle corporazioni nell’ambito dell’Esposizione universale di Roma. Il trasferimento presso la nuova sede fu completato nel 1960, con l’apertura agli studiosi della sala di studio il primo aprile dello stesso anno.
Dal 2008 l’Archivio centrale dello Stato è un istituto dotato di autonomia speciale nell’ambito del Ministero della Cultura, con autonomia scientifica, finanziaria, organizzativa e contabile.
È diretto dal Sovrintendente, a cui il Decreto di organizzazione del Ministero del 2 dicembre 2019 ha riconosciuto il livello di direttore generale.

Geographical and cultural context

Mandates/Sources of authority

Administrative structure

La struttura organizzativa dell'Archivio centrale dello Stato è regolata dal Decreto Ministeriale n. 46 del 2022
Direttore Generale delegato dott. Andrea De Pasquale
(Decreto n. 827 del 21 luglio 2023, firmato dal Segretario Generale dott. Mario Turetta)

Responsabile Coordinamento AA. GG, Segreteria, Trasparenza e Monitoraggi: dott.ssa Martina Lanzaro - tel. + 39 06 54548562

Segreteria amministrativa: Maria Iachini, Silvia Maiolo
tel. +39 06 54548.568-569

Consiglio di Amministrazione.
Il Consiglio di Amministrazione determina e programma le linee di ricerca e gli indirizzi tecnici, in coerenza con la direttiva generale del Ministro e con gli altri atti di indirizzo. In particolare, il Consiglio delibera il programma di attività annuale e pluriennale dell’Istituto, e ne verifica la compatibilità finanziaria e l’attuazione; approva il bilancio di previsione, le relative variazioni, il conto consuntivo e si esprime su ogni altra questione che gli venga sottoposta dal Sovrintendente.
Il Consiglio di amministrazione è composto dal Sovrintendente all’ACS, che lo presiede, e da quattro membri nominati con decreto del Direttore generale per gli archivi, di cui uno designato dalla Conferenza Stato Regioni tra professori universitari o altre categorie di esperti nelle materie di competenza dell’ACS.
Ai sensi dell’art.2, comma 3 del D.M. 7/10/2008 la partecipazione al Consiglio di amministrazione non dà titolo a compenso, gettoni e indennità di alcun tipo.

Consiglio scientifico
Il Consiglio scientifico è un organo consultivo che si esprime sulle questioni di carattere tecnico-scientifico nelle materie di competenza dell’Istituto; formula suggerimenti e proposte per la predisposizione del programma di attività dell’ACS e il migliore svolgimento delle sue funzioni.
Il Consiglio si compone di cinque membri: il Sovrintendente dell’Istituto, che lo presiede, due responsabili delle articolazioni scientifiche interne all’ACS e due membri esterni scelti tra esperti di alta qualificazione nel campo disciplinare e tematico di attività dell’ACS, operanti in altre pubbliche amministrazioni ovvero in istituzioni private italiane e straniere.
I componenti del Consiglio scientifico sono nominati dal Direttore generale per gli Archivi, durano in carica tre anni e possono essere confermati una sola volta.
Ai sensi dell’art.5 comma 7 del D.M. 7/10/2008 la partecipazione al Consiglio scientifico è gratuita.

Collegio dei revisori dei conti
ll Collegio dei revisori dei conti dell’ACS svolge le attività relative al controllo di regolarità amministrativo-contabile. In particolare, il Collegio verifica la regolare tenuta delle scritture contabili ed il regolare andamento della gestione economica, finanziaria e patrimoniale dell’Istituto. Il Collegio dei revisori dei conti è composto da tre membri effettivi, di cui un funzionario del Ministero dell’economia e delle finanze con funzioni di presidente e da due membri supplenti. I componenti, scelti tra soggetti iscritti al Registro dei revisori contabili e nominati con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, durano in carica tre anni con possibilità di essere confermati una sola volta.

Records management and collecting policies

Buildings

L’Archivio centrale dello Stato ha sede all’Eur, nel corpo centrale e nell’edificio laterale nord del complesso monumentale che si affaccia sul piazzale degli Archivi, la cui qualità architettonica è stata riconosciuta nel 2004 dalla Sovrintendenza regionale per i beni e le attività culturali del Lazio che lo ha sottoposto a vincolo di tutela. Gli edifici furono progettati nel 1938 per ospitare la Mostra dell’autarchia, del corporativismo e della previdenza sociale nell’ambito dell’Esposizione Universale del 1942. Il progetto originale, completo dei suoi apparati grafici, è tuttora conservato tra la documentazione dell’archivio dell’Ente Autonomo Esposizione Universale di Roma in deposito presso l’istituto.
Come nel caso di numerosi altri edifici dell’Eur, il complesso monumentale dopo la seconda guerra mondiale rimase incompiuto. Fu portato a termine solo negli anni Cinquanta per iniziativa di Virgilio Testa, commissario straordinario dell’Ente EUR, con le modifiche necessarie per adattare il palazzo alle esigenze dell’Archivio centrale dello Stato, che, a seguito della sua istituzione nel 1953, trovò qui la sua sede definitiva.
Nei primi anni ’90, in occasione del 40° anniversario dell’istituzione dell’Archivio centrale dello Stato, sono stati riconfigurati gli spazi interni destinati al pubblico (ingresso, sala di studio, biblioteca, sala convegni) ad opera dell’architetto Giulio Savio. Gli ambienti, valorizzati da opere pittoriche e scultoree di Angelo Cucciarelli, Piero D’Orazio, Carlo Lorenzetti, Paolo Pasticci, si sono negli anni ulteriormente arricchiti grazie a donazioni di altri artisti contemporanei, andando a costituire un piccolo ma significativo nucleo espositivo, oggi visibile tra il piano terra e il primo piano dell’edificio centrale.
Nel 2013, in occasione dei 60 anni dell’Archivio centrale dello Stato, è stata inaugurata la Sala Mario Serio, ubicata nell’edificio laterale, realizzata per conservare e valorizzare gli archivi di architetti e ingegneri pervenuti all’Istituto nel corso degli anni attraverso donazioni. Vi si conservano circa cinquanta archivi dei più importanti architetti e ingegneri della storia della città di Roma e del Paese, individuati nel corso del censimento degli archivi di architettura condotto dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio. Fondi archivistici di grande rilevanza che vanno ad implementare, con materiali spesso inediti, le fonti per la storia dell’architettura e dell’urbanistica già disponibili nella documentazione istituzionale conservata presso l’Istituto.
Nel 2018, nel 70° anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione, l’artista Michelangelo Pistoletto ha donato all’Archivio centrale dello Stato un’installazione, Al Passo della Costituzione, che collega il corpo centrale dell’edificio con la sua ala laterale, “una virgola postmoderna tra i marmi bianchi e il travertino, che come la Costituzione ha uno sguardo rivolto al domani”.

Holdings

L'Archivio centrale dello Stato conserva la documentazione storica dello Stato italiano unitario.
Secondo quanto previsto dalla normativa, ha il compito di conservare:
• la documentazione prodotta dagli organi centrali dello Stato (di governo, amministrativi, giudiziari e consultivi) a seguito di versamento obbligatorio;
• gli archivi ricevuti da enti pubblici di rilievo nazionale, a seguito di comodato o deposito;
• gli archivi ricevuti da privati a seguito di comodato, deposito, donazione o acquisto.
Attualmente la documentazione conservata ha una consistenza di circa 160 chilometri lineari.
A partire dalla Costituzione, atto fondante della Repubblica di cui è conservato uno dei tre originali, e alla Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti dello Stato, all'archivio della Consulta araldica e alle carte di Casa Savoia, che ne rappresentano il nucleo documentario originario, l'Archivio centrale dello Stato conserva gli archivi prodotti dagli organi di governo e dell'amministrazione dello Stato, quali la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i ministeri (fatta eccezione per il Ministero degli esteri e per la documentazione di carattere militare del Ministero della Difesa) e dagli organi giudiziari e consultivi, quali la Corte di Cassazione, la Corte dei Conti, il Consiglio di Stato.
Tra gli archivi degli organi centrali dello Stato, conserva quelli delle istituzioni e degli organi propri del regime fascista, dal Partito nazionale fascista, alla Segreteria particolare del Duce, alla Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, al Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Recuperati alla fine della seconda guerra mondiale, furono versati direttamente all'amministrazione archivistica poiché erano cessati i soggetti che li avevano prodotti.
Nella sezione denominata Raccolte speciali, l'Archivio conserva dal 2017 la documentazione prodotta dagli organi centrali dello Stato relativa al rapimento e all’uccisione di Aldo Moro (1978) e alle stragi che hanno segnato la storia del Paese da Piazza Fontana (12 dicembre 1969) al Rapido 904 (23 dicembre 1984), documentazione declassificata e acquisita anticipando significativamente i tempi di versamento come disposto delle Direttive Prodi (nel 2008) e Renzi (nel 2014) e della Direttiva Draghi (2021) su Organizzazione Gladio e Loggia P2.
L'Archivio conserva circa cinquanta archivi di enti pubblici e privati di rilievo nazionale versati dal Ministero del Tesoro che ne ha curato la liquidazione, oppure depositati dagli enti stessi o dalle società subentrate alle istituzioni preesistenti. Tra i più rilevanti, si segnalano quelli dell’Opera nazionale combattenti (ONC), del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), dell’Ente per l’esposizione universale di Roma del ’42 (EUR), della Società generale immobiliare (SOGENE) e dell’Istituto per la ricostruzione industriale (IRI).
Conserva, inoltre, circa duecentocinquanta archivi personali di esponenti della politica (tra cui Francesco Crispi, Agostino Depretis, Giovanni Giolitti, Ugo La Malfa, Aldo Moro, Pietro Nenni, Ferruccio Parri), della cultura (tra cui Guido Calogero, Carlo Levi, Leone Piccioni, Giaime Pintor), dell'arte (tra cui Vinicio Berti, Palma Bucarelli, Peppino De Filippo), dell'architettura (come Giuliana Genta, Plinio Marconi, Gaetano Minnucci, Riccardo Morandi, Luigi Moretti, Mario Paniconi, Giulio Pediconi), la cui documentazione svolge una funzione insostituibile nella ricerca storica sull'Italia contemporanea.
L’Istituto conserva un ricco patrimonio fotografico ed alcuni archivi audiovisivi, oggi su supporto digitale: tra questi, la documentazione della Commissione Alleata di Controllo e del Governo Militare Alleato (ACC), la Collezione italiana delle interviste della University of Southern California Shoah Foundation Institute for Visual History and Education, i filmati dell’United States Information Service (USIS).
Alcuni archivi conservati rivestono un particolare interesse anche per ricerche di storia personale, quali il Casellario politico centrale (CPC) del Ministero dell'Interno e l'Ufficio Ricompense ai partigiani (Ricompart) del Ministero della Difesa, o di storia aziendale, quali l'Ufficio italiano brevetti e marchi del Ministero dell'Industria, del commercio e dell'artigianato.
La biblioteca dell'Istituto conserva un importante patrimonio bibliografico di circa 200.000 titoli, offrendo in consultazione agli utenti della sala di studio testi sulla storia dello Stato unitario e delle sue istituzioni. Il patrimonio, costantemente aggiornato ed ampliato, comprende una ricca emeroteca, le pubblicazioni e le tesi universitarie di coloro che hanno utilizzato come fonti di ricerca i fondi archivistici dell’Istituto.

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